Non vi fidate di nessuno. Tantomeno di Siri o di Alexa.
Il mistero si infittisce. Dopo i pager, i cercapersone, il Mossad avrebbe fatto esplodere anche i walkie talkie. (Non) Autorevoli fonti giornalistiche hanno anche azzardato l’ipotesi di deflagrazione di pannelli solari. A questo punto, i possessori di elettrodomestici e di qualsiasi apparato connesso alla rete di casa, possono stare al sicuro? Chi ci garantisce che non sia stato infilato non qualche grammo, ma un paio di etti di tritolo, T4, nitrati e nitriti combinati con polvere pirica, e altre sostanze atte a far saltare in aria case, persone, e soprattutto convinzioni? Ve la sentite di chiedere a Siri o ad Alexa se nei telefoni o nel frullatore o negli amplificatori ci sia qualcosa di sospetto?
I Walkie-Talkie
Dopo vedremo di ricostruire come il Mossad si sarebbe infilato dentro i pager. Per adesso torniamo ai walkie talkie. Sempre secondo le (non attendibili) fonti di agenzia, sarebbero roba vecchia, ancorché perfettamente funzionanti. In effetti stiamo parlando delle radio giapponesi IC-V82, uscite dalla ICOM di Osaka, leader nel settore. Sarebbero stati piazzati in Medio Oriente, e non solo lì verrebbe da pensare, dal 2004 al 2014 (fonte: Corriere della Sera).

Ma distribuiti ai poco avveduti Hezbollah (e perché non ad Hamas) nello stesso periodo (guarda un po’ le coincidenze) di consegna dei pager o beeper. Diciamo un paio di anni fa. Da capire, scrivono i colleghi del Corriere, come il Mossad li (i walkie-talkie) li abbia manomessi. E lo venite a chiedere a noi? La regola giornalistica impone di verificare le notizie alla fonte, ma dubitiamo che il Mossad potrà mai rispondere alla domanda del secolo.

Quindi il Mossad ha infilato esplosivo in tutti i pager, o beeper, o cercapersone. Ed anche, visto che tanto avevano avuto la brillante idea, nei walkie-talkie. Roger? Copy.
Il Mossad e le sue coperture
Come avrebbe fatto.
Mettetevi comodi con un atlante in mano, un mappamondo, una carta geografica. Sconsiglio di usare Google Maps, perché dentro al cellulare potrebbe nascondersi la sorpresa.
Chiaramente c’è un italiano di mezzo, ma solo come testa di legno o intermediario. A sua insaputa è stata una delle scatole cinesi, con tanto di polpette avvelenate, anzi esplosive, al proprio interno.
Secondo i colleghi di Middle East Eye (testata inglese con sede principale a Londra), i compratori di Hezbollah hanno comprato da una società ungherese, la BAC di Budapest (che ha come responsabile la nostra connazionale Cristiana Arcidiacono), la quale agiva su licenza della Gold Apollo di Taiwan.
Gli ungheresi però si tirano fuori. Dicono che la fornitura è stata garantita dalla Norta Global di Sofia, di proprietà di un norvegese.
Ovviamente dietro c’era sempre il Mossad, che gestiva tutte le operazioni, per non dare troppo nell’occhio, da Milano.
Ricapitolando: Ungheria, Taiwan, Bulgaria, Italia, Iran, Norvegia e Giappone. Tutti manipolati dal Mossad. Che a un certo punto, ha aperto gli scatoloni e infilato dentro ai pager l’esplosivo. Dove? Quando?
Gli Usa hanno detto che non ne sapevano niente. Russi e cinesi non hanno proprio parlato. Almeno fino a oggi.
Ma non è escluso che non lo facciano nei prossimi giorni.