L’ISTAT ha recentemente rilasciato i dati sulle nascite per l’anno 2023, confermando una spiccata denatalità, tendenza che sembra proseguire anche nel primo semestre del 2024.
Questo fenomeno di denatalità, purtroppo, non rappresenta una novità per l’Italia.
È il risultato di una complessa interazione tra fattori di lungo, medio e breve periodo, che stanno rendendo la bassa natalità una caratteristica strutturale del nostro Paese.
In questo articolo, esploreremo le cause di questo declino e le possibili strategie per contrastare il trend negativo, con un’attenzione particolare agli aspetti economici e demografici che interessano le famiglie italiane.
Il Declino della Fecondità: Un Fenomeno Pluridecennale
Il declino della fecondità in Italia ha radici profonde. Sin dagli anni ’70, il numero medio di figli per donna ha subito una contrazione costante, passando dai 2,7 figli per donna nel 1964 a soli 1,2 figli nel 2023.
Questo fenomeno è stato particolarmente influenzato dal progressivo invecchiamento delle generazioni, con l’uscita dal periodo riproduttivo delle donne nate negli anni del Baby Boom e l’ingresso nelle età centrali della riproduzione delle trentenni nate negli anni ’90, periodo caratterizzato da bassissima fecondità.
Il Ruolo della Popolazione Straniera
Negli ultimi decenni, la presenza di cittadini stranieri in Italia ha contribuito a mantenere il tasso di natalità più alto rispetto alla media nazionale, grazie a un modello di fecondità più elevato rispetto a quello delle donne italiane.
Tuttavia, negli ultimi anni, questo effetto positivo si è attenuato. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 il tasso di fecondità delle donne straniere è sceso a 1,79 figli per donna, rispetto ai 2,1 figli del 2013.
Questa diminuzione è dovuta principalmente all’assimilazione dei modelli riproduttivi nazionali e al crescente numero di stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana, adottando stili di vita simili a quelli delle famiglie italiane.
L’Invecchiamento delle Madri: Un Ostacolo alla Natalità
Uno dei fattori più rilevanti nel calo della natalità è l’aumento dell’età media delle madri al primo figlio. Nel 2023, l’età media delle madri italiane al momento del parto ha raggiunto i 32,5 anni, la più alta in Europa.
Questo ritardo nel formare una famiglia riduce le possibilità di avere più figli, soprattutto a causa della minore durata della vita riproduttiva.
La contrazione nel numero di primogeniti osservata nel 2023 rispetto agli anni precedenti è un chiaro segnale di questa tendenza alla procrastinazione.
Le regioni italiane con una maggiore età media delle madri al parto, come Basilicata e Sardegna, mostrano tassi di fecondità più bassi (rispettivamente 1,08 e 0,91 figli per donna).
Al contrario, in aree come la provincia autonoma di Bolzano e il Trentino-Alto Adige, dove l’età delle madri è inferiore (circa 31 anni), i tassi di natalità sono più elevati (1,56 e 1,47 figli per donna).

L’Impatto Socioeconomico della Denatalità
Oltre agli aspetti demografici, è importante considerare l’impatto economico della denatalità.
Le coppie tendono a ritardare la formazione di una famiglia a causa dell’incertezza economica e della difficoltà ad accedere a una occupazione stabile.
Senza sicurezza lavorativa e prospettive di carriera, le giovani famiglie faticano ad accedere al mercato immobiliare, un passo cruciale per l’avvio di una nuova famiglia.
Gli ostacoli economici e sociali giocano un ruolo fondamentale nella decisione di avere figli, in particolare per i giovani.
Favorire l’accesso a condizioni lavorative più stabili, con opportunità di crescita e di miglioramento salariale, è un passo essenziale per incentivare la natalità in Italia.
Senza questi miglioramenti strutturali, la tendenza alla denatalità rischia di diventare irreversibile.
Strategie per Contrastare la Denatalità
Per invertire questa tendenza, è necessario adottare politiche mirate che incentivino le giovani coppie a formare una famiglia. Tra le misure più urgenti vi sono:
- Miglioramento delle condizioni lavorative: Garantire ai giovani contratti di lavoro stabili e opportunità di carriera può ridurre l’incertezza economica e incoraggiare la pianificazione familiare.
- Sostegno all’accesso alla casa: Facilitare l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa potrebbe aiutare le coppie a creare una base stabile per la famiglia.
- Politiche di conciliazione lavoro-famiglia: L’introduzione di misure di conciliazione tra vita lavorativa e familiare, come congedi parentali flessibili e accesso a servizi di assistenza per l’infanzia, può ridurre il carico delle responsabilità familiari.
Conclusioni
La denatalità in Italia è un fenomeno complesso, legato a dinamiche demografiche di lungo termine e a cambiamenti socioeconomici.
I dati ISTAT per il 2023 confermano che l’Italia continua a registrare uno dei tassi di natalità più bassi in Europa, con una situazione che non sembra destinata a migliorare senza interventi strutturali.
Tuttavia, attraverso politiche economiche mirate, magari un pò più strutturali rispetto alle mancette e ai bonus degli ultimi tempi, è possibile creare le condizioni per invertire questa tendenza e supportare le giovani coppie nella formazione di nuove famiglie, contribuendo così al rilancio della natalità nel nostro Paese.