Manovra economica: i micro-emendamenti e le macro-follie

È vero, lo dice anche l’articolo 11 comma 2 della legge di contàbilità nazionale: la manovra economica non dovrebbe lasciare spazio a interventi di natura localistica o microsettoriale. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo… la Sala del Mappamondo.

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E così, mentre il Paese affronta problemi macro come la siccità, i cambiamenti climatici e la necessità di lavoro stabile, nei corridoi della commissione Bilancio si sono incastrati 89 micro-interventi da far impallidire anche il più ambizioso dei puzzle di famiglia.

Ma di che stiamo parlando? Facciamo un piccolo tour tra i bonus che strizzano l’occhio al localismo:

  1. 2 milioni in tre anni per Brescia. Forse servono a raddrizzare la Torre di Pisa? Ah no, quella è in un’altra regione.
  2. 5 milioni all’anno per la Laguna di Venezia. Nessuna battuta qui: tra acqua alta e gondole a rischio default, almeno questi li capiamo.
  3. 1 milione per la tratta ferroviaria Palermo-Porto Empedocle. Un grande classico: un milione qui, un binario là.
  4. 50mila euro per gli appartamenti della Torre di via Antonini a Milano. Distrutta da un incendio nel 2021, questi fondi sono utili, ma… anche simbolici.

E così via, tra contributi per oratori (3 milioni nel 2025, 3,5 nel 2026, 4 nel 2027) e fondi per telecamere intorno alla Stazione Termini in vista del Giubileo. Nota di colore: le telecamere arriveranno nel 2026, quando l’Anno Santo sarà finito. Ma tanto, chi ha fretta?

Micro-emendamenti in manovra: piccoli, ma determinati

Numeri alla mano, il 38,5% dei 231 emendamenti approvati riguarda micro-interventi: somme al di sotto dei 5 milioni, spiccioli in confronto alla mole della manovra, ma sufficienti per accontentare un elettorato sempre affamato di attenzioni.

Un esempio? Per combattere i cambiamenti climatici e la scarsità d’acqua in Valle d’Aosta si sono trovati 1,5 milioni all’anno. In Sicilia, dove il sole picchia duro, invece, l’urgenza sembra essere… le assunzioni della Regione. Mezzo milione nel 2025, e 1 milione all’anno dal 2026. Anche in Calabria l’emergenza non è quella idrica, ma quella di stabilizzare i precari della Regione. Per il Ponte sullo Stretto? Si accettano scommesse.

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E il resto d’Italia?

La Città metropolitana di Roma Capitale riceve un altro milione per agevolare il lavoro agile dei dipendenti e ridurre il traffico. Una scelta più che giusta, perché il traffico romano è il vero nemico del Giubileo (e della pazienza dei pendolari).

Ma la domanda è: come siamo arrivati a questo? Con soli 120 milioni a disposizione per gli emendamenti parlamentari, ogni gruppo si è dedicato a una vera e propria “caccia al tesoro”: chi un oratorio, chi un binario, chi un parcheggio. Il risultato? Quasi la metà dei fondi finirà negli ormai celebri “decreti mancia” di gennaio.


Conclusione

Alla fine, la manovra economica non è una torta da spartire. È un mosaico di mille pezzi dove ogni parlamentare prova a incastrare il proprio tassello. Piccolo, simbolico, ma pur sempre un tassello.

Perché, diciamocelo, anche il più piccolo emendamento può fare la differenza. Almeno in un discorso elettorale.

di Alessandro Angelone

Svolgo la professione di Dottore Commercialista e di Revisore Contabile. Mi interessa molto la materia della Finanza Pubblica. Sono appassionato di tecnologia. Sempre pronto al confronto!

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