Due Fantasmi nell’Industria automobilistica Europea.

L’industria automobilistica europea si trova in una fase critica, segnata dalla presenza simbolica di due “fantasmi” che incarnano le sue contraddizioni e sfide: Carlos Tavares e Sergio Marchionne. Entrambi rappresentano strategie diverse, ma ugualmente problematiche, che risuonano nel presente come moniti per il futuro.

Carlos Tavares: L’Eco di una Strategia Fallimentare

Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis, è stato allontanato a causa di un doppio fallimento: l’insuccesso nel mercato americano e una politica di contenimento dei costi che ha portato al sacrificio delle nuove linee di prodotto. Questa strategia, combinata con l’aumento artificiale dei prezzi di listino, ha temporaneamente gonfiato i profitti a scapito della sostenibilità futura.

La crisi dell’auto europea riflette oggi queste scelte: riduzione dell’offerta per compensare il calo della domanda, insieme a un aumento dei prezzi per mantenere la redditività. Ma questa “anoressia strategica”, come definita da alcuni analisti, rischia di condannare l’intero settore a una lenta agonia, con margini sempre più sottili e prospettive di crescita limitate.

Sergio Marchionne: Il Visionario e il Suo Avvertimento

Il secondo fantasma è Sergio Marchionne, il leggendario ex CEO di FCA. Nel 2015, durante un discorso a New York intitolato “Confessions of a Capital Junkie”, Marchionne mise in guardia contro la dipendenza dell’industria automobilistica dal capitale, definendola una “dipendenza distruttiva.”

Marchionne sottolineò come l’elettrificazione fosse una sfida insormontabile per un gruppo come FCA, nato da due aziende con risorse limitate. Previde che, senza investimenti adeguati, l’Europa avrebbe perso la competizione con la Cina, che stava rapidamente emergendo come leader nell’auto elettrica e nella digitalizzazione.

A supporto delle sue affermazioni, Marchionne evidenziò una criticità fondamentale: la marginalità delle case automobilistiche europee era sensibilmente inferiore rispetto ad altri settori industriali. All’epoca, il margine operativo medio dell’industria automobilistica si attestava intorno al 7%, un valore che impallidiva di fronte al 14% del settore chimico, al 17% delle telecomunicazioni, al 22% dell’aeronautica, e al 25% dell’industria farmaceutica.

Questa differenza strutturale di marginalità rendeva il settore dell’auto particolarmente vulnerabile ai cicli economici e alle pressioni di mercato. Marchionne sottolineò come le risorse necessarie per finanziare la transizione verso l’elettrico e la digitalizzazione fossero enormi rispetto ai ritorni economici, un problema che oggi appare ancora più evidente.

I Numeri di una Crisi Silenziosa

L’industria automobilistica europea si trova in una fase critica, segnata dalla presenza simbolica di due “fantasmi” che incarnano le sue contraddizioni e sfide: Carlos Tavares e Sergio Marchionne.

I dati recenti confermano la gravità della situazione. Tra il 2016 e il 2023, Renault ha ridotto la produzione di un terzo, ma ha incrementato la marginalità del 79%. Volkswagen ha registrato una flessione del 10% nelle unità prodotte, compensata da un aumento del 67% del profitto per veicolo. Questa tendenza, apparentemente positiva nel breve termine, nasconde una realtà preoccupante: l’erosione della base di mercato e l’incapacità di competere su scala globale.

Il Caso Abruzzo: Un Microcosmo della Crisi Europea

La crisi dell’industria automobilistica europea trova un riflesso significativo in Abruzzo, regione italiana fortemente dipendente dal settore automotive. Nei primi nove mesi del 2024, l’export abruzzese ha registrato una diminuzione di 478 milioni di euro rispetto all’anno precedente, con una perdita complessiva di oltre un miliardo di euro dal 2019 ad oggi.

Questa flessione ha avuto un impatto particolarmente negativo sulla provincia di Chieti, cuore pulsante dell’industria automobilistica regionale, che ha subito una contrazione di 339 milioni di euro.

La crisi ha colpito duramente anche lo stabilimento Marelli di Sulmona, dove si prevede un aumento degli esuberi da 85 a 147 unità e la perdita di commesse significative entro la fine dell’anno.

In risposta a questa situazione critica, i sindacati di Abruzzo e Molise hanno unito le forze, creando un coordinamento interregionale per difendere i circa 30.000 lavoratori a rischio nel settore automotive e nel suo indotto.

Il Futuro dell’Auto Europea: Una Fiaba Oscura

L’industria automobilistica europea sembra bloccata in una spirale discendente, incapace di “correre il doppio più veloce”, come suggeriva Marchionne citando Alice nel Paese delle Meraviglie.

Se non si troveranno soluzioni innovative e strategie coraggiose, il settore rischia di diventare una “terra desolata” dominata da attori esterni, incapace di reggere il passo con le trasformazioni globali. È tempo di affrontare i fantasmi del passato per costruire un futuro sostenibile.

Conclusione:

L’industria automobilistica europea ha davanti a sé un bivio: continuare su un percorso che porta al declino o reinventarsi per affrontare le sfide dell’elettrificazione e della digitalizzazione. I fantasmi di Tavares e Marchionne offrono lezioni preziose, ma il cambiamento richiederà leadership visionaria e investimenti mirati.

di Alessandro Angelone

Svolgo la professione di Dottore Commercialista e di Revisore Contabile. Mi interessa molto la materia della Finanza Pubblica. Sono appassionato di tecnologia. Sempre pronto al confronto!

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