Negli ultimi anni, l’Europa ha progressivamente perso competitività a livello globale, soffocata da un mix di eccessiva regolamentazione, burocrazia, e un approccio ideologico alla transizione energetica. Il divario economico con gli Stati Uniti, ad esempio, è cresciuto dal 17% al 30% tra il 2002 e il 2023, segno di una crisi profonda che richiede interventi immediati.
L’Impasse della Burocrazia e la Regolamentazione Opprimente in Europa
Uno dei problemi più evidenti è il peso della burocrazia e di un sistema normativo percepito come eccessivamente complesso e soffocante. Aziende e imprenditori si trovano a dover fronteggiare un groviglio di regole che rallenta l’innovazione e la crescita. Come sottolineato, la semplificazione regolamentare e una drastica sburocratizzazione non sono più opzionali, ma condizioni imprescindibili per la ripresa economica.

Energia e Deindustrializzazione: Le Conseguenze di un Approccio Ideologico
La politica energetica dell’Europa, orientata quasi esclusivamente alle energie rinnovabili, ha contribuito alla deindustrializzazione e a un aumento significativo dei costi energetici. Ormai è imprescindibile la necessità di una “neutralità tecnologica” che includa il nucleare nel mix energetico, superando il dogma delle rinnovabili. Solo attraverso un approccio più pragmatico sarà possibile garantire un’energia accessibile e sostenibile, senza compromettere la competitività industriale.
Confronto con gli Stati Uniti: Un Modello di Deregolamentazione
Negli Stati Uniti, un approccio più flessibile e meno vincolante ha attratto capitali e favorito la crescita economica. Politiche come quelle che si accinge ad introdurre la seconda amministrazione Trump accentueranno ulteriormente il divario con l’Europa. Per colmare questa distanza, l’Unione Europea deve riconsiderare il proprio modello, abbandonando un approccio ideologico a favore di uno orientato ai risultati.

Le Sfide della Sovranità e della Sicurezza in Europa
In uno scenario internazionale sempre più complesso, con potenze come Cina e Russia in continua espansione, l’Europa non può più permettersi il lusso di rimandare riforme fondamentali. La sicurezza, sia economica che politica, deve diventare una priorità. L’aumento delle spese militari e un rafforzamento della difesa sotto l’egida NATO sono passi essenziali per tutelare la sovranità europea.
Le Riforme Necessarie: Un Piano per la Ripresa
Il messaggio più forte sulla volontà di svolta è partito in questi giorni da Berlino con un documento del Ppe, il partito dei popolari europei primo nell’europarlamento, rafforzato dalle urne di giugno nel quale si leggono una serie di interventi chiave per rilanciare l’economia europea:
- Semplificazione regolamentare: Ridurre la complessità normativa per favorire la crescita.
- Neutralità tecnologica nell’energia: Riconsiderare il nucleare come parte del mix energetico.
- Sostegno ai settori strategici: Investire in industria, ricerca e innovazione per recuperare competitività.
- Revisione delle politiche ETS: Adeguare i meccanismi di scambio delle emissioni a un approccio più realistico e meno penalizzante.
- Promozione della ricerca come quinta libertà del mercato unico: Rendere l’innovazione un pilastro della competitività europea.

Resistenze e Opportunità: L’Europa alla Prova del Cambiamento
Nonostante la crescente consapevolezza, persistono forti resistenze interne, specialmente nei paesi che hanno investito pesantemente nel Green Deal, come la Germania. La mancata adozione di un approccio più pragmatico rischia di aggiungere ulteriori danni a quelli già inflitti da un eccesso di zelo ideologico.
Un Appello alla Pragmaticità
L’Europa è a un bivio. Continuare con l’attuale modello significherebbe accettare un declino economico e una perdita di sovranità nello scenario internazionale. Al contrario, un cambio di rotta improntato alla semplificazione burocratica, alla neutralità tecnologica e al sostegno all’industria potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione di crescita.