A bomb called pager (o cercapersone)

Guerra cibernetica

Ma davvero un cercapersone può esplodere? O può essere trasformato in una mini bomba?

In base a quanto accaduto il 17 settembre a migliaia di dispositivi in possesso dei miliziani di Hezbollah, in Libano, Siria e nelle zone già martoriate nel conflitto Israele-palestinese, sembrerebbe di si.

Sembrerebbe, perché di certezze ce ne sono poche.

I pager sono esplosi perché al loro interno era stato abilmente collocato qualche grammo di esplosivo?

@debackey

L’esplosione dei cerca persone in Libano e Siria: interrogativi e ipotesi Parliamo dell’esplosione di piccoli dispositivi di ricerca persone o pager avvenuta in Libano e Siria. Ci chiediamo cosa sia esploso esattamente, se ci fosse esplosivo all’interno o se si sia surriscaldata la batteria. Tutti i dispositivi sono esplosi contemporaneamente, senza inceppi o malfunzionamenti, e non è stato possibile analizzarne il contenuto per determinare il tipo di esplosivo, pager o dispositivo utilizzato. Questi oggetti sembrano essere stati acquistati direttamente dall’Iran, quindi progettati e fabbricati lì. Esbolla accusa il Mossad, il servizio segreto israeliano, di aver manomesso i dispositivi direttamente in fabbrica. #esplosione #cercapersone #pager #Libano #Siria #tecnologia #esplosivo #batteria #miliziani #Esbolla #Mossad #servizisegreti

♬ suono originale – DeBackey

O per il surriscaldamento della minuscola batteria in dotazione? Sono esplosi tutti insieme, alle 15.30, quando un solo dito di mano ignota ha pigiato un solo bottone.

Ovviamente Hezbollah accusa il Mossad, il Servizio Segreto israeliano, di aver “manomesso” i cercapersone, provenienti dall’Iran.

In altre parole, avrebbero taroccato la partita direttamente in fabbrica, in casa del nemico. E questa notizia sarebbe ancora più preoccupante per l’Iran e per tutti i nemici di Israele.

Cercapersone SIP
Cercapersone SIP

Cosa sono i cercapersone?

Ora, i cercapersone non si usano almeno da 30 anni, cioè dall’avvento dei cellulari. sarebbero tornati di moda, almeno in questa parte di mondo arabo , perché più sicuri dal rischio intercettazioni.

Altro che intercettazioni: qui sono stati addirittura manomessi o più semplicemente clonati. Dalle parti nostre, si usano solo in alcuni ristoranti, per avvisare, con una vibrazione, che i cibi ordinati sono pronti e possono essere ordinati.

O come richiesta di aiuto, tramite appunto un bip, in case di riposo, dove i ricoverati non possono e non devono fare altro che schiacciare il tasto del pager per chiedere aiuto, in quanto bloccati a letto e limitati quasi totalmente nelle funzionalità, tranne appunto l’uso di una mano o di un solo dito.

Si producono ancora i cercapersone?

Tra le tante stranezze di questa vicenda è che on line possono essere acquistati solo questi pager di ultima generazione, pensati appunto per ristoranti e case di cura e assistenza.

Altro non si trova.

E funzionano al massimo nel raggio di 4/500 metri dal “ricevitore-trasmettitore” principale.

La tecnologia come potenziale arma

Possibile quindi che siamo esplosi tutti?

Che nessuno abbia fatto cilecca?

Che nessuno abbia fotografato uno dei pager non esplosi?

Possibile che nessuno abbia pubblicato la foto di un cercapersone integro, ma poi aperto per controllare se effettivamente c’era esplosivo e di quale genere?

E davvero avevano una potenza così rilevante da ammazzare sul colpo non meno di 20 persone?

E allora con un cellulare con i maxi schermi e super batterie, quante persone contemporaneamente si potrebbero colpire?

Attendiamo serenamente risposte credibili a questi interrogativi, ben sapendo che non arriveranno mai.

Antonio Di Bacco

di Antonio Di Bacco

Dipendente pubblico, giornalista pubblicista, appassionato e arbitro di rugby

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1 commento su “A bomb called pager (o cercapersone)”

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